Mercoledì 16 aprile alle ore 20,00 è previsto a Faenza (Sala Zanelli Fiera di Faenza, viale Risorgimento, 3) un convegno sul tema "La batteriosi del kiwi: indicazioni operative dalla ricerca", organizzato da CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) e Regione Emilia Romagna.
La batteriosi è una malattia che colpisce le piante di kiwi, scoppiata nel nostro paese nel 2008 nell'area di maggior produzione italiana, ovvero in Lazio e in particolare nel territorio di Latina e, successivamente, diffusasi in altre aree italiane del Centro Nord, fra cui la Romagna, zona particolarmente vocata a queste produzioni frutticole. La malattia si manifesta con cancri ed essudati gommosi sulla pianta e, successivamente in primavera, con maculature sulle foglie: il tutto viene causato da un batterio denominato "Pseudomonas syringae pv. actinidiae", la cui provenienza non è del tutto chiara.
Le conseguenze della batteriosi sono particolarmente gravi perché portano alla morte di piante e al conseguente estirpo di impianti, fenomeno purtroppo già verificatosi in diverse aree di produzione di kiwi in Italia e nel mondo. Per questo motivo le strategie di contrasto a tale malattia sono divenute in breve tempo la priorità assoluta per un settore che rischia, a causa di essa, di compromettere il proprio futuro. In Emilia Romagna è stato da poco concluso un progetto di ricerca al riguardo denominato "Ricerche su PSA del Kiwi", coordinato da CRPV e cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna, da gran parte dei produttori di actinidia e da organismi e fondazioni legate alla sua filiera produttiva: buona parte delle comunicazioni del convegno, quindi, saranno frutto delle prime indicazioni emerse nell'ambito di questo studio. Un nuovo progetto dal titolo "Ricerche sul PSA kiwi e PPV drupacee" quindi sullo stesso tema è appena partito, sempre coordinato dal CRPV e cofinanziato in prevalenza dalla regione Emilia Romagna. Quest'ultimo costituisce il logico proseguimento di alcune delle ricerche condotte nel precedente progetto. "Oggi – afferma Maria Grazia Tommasini, ricercatrice CRPV - non possiamo dire di avere soluzioni univoche, siamo di fronte ad un cantiere aperto: siamo certi, però, che per limitare la presenza del PSA sugli impianti di kiwi sia necessaria una gestione agronomica del frutteto che tenga conto di diversi fattori che concorrono a ridurre l'incidenza e la diffusione della malattia. Per ora possiamo affermare che, per esempio, l'utilizzo del polline, che risulta essere un elemento di diffusione del batterio, deve essere molto oculato e che i frutti di kiwi, pur se allevati su una pianta ammalata, non rappresentano un veicolo di diffusione. Ultima considerazione sulla difesa, un aspetto su cui gli agricoltori si aspettano risposte concrete: siamo in una fase di work in progress, ma possiamo dire che il rame e il bion (Acibentolan-S-Metyl) continuano ad avere un ruolo importante per combattere il PSA".
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