Il 3 Febbraio scorso si è svolto a Bologna il convegno sulle energie rinnovabili da biomasse organizzato da Crpv e Consorzio Agrario di Bologna e Modena che si è tenuto presso il Caip stesso con lo scopo di offrire un quadro aggiornato sulla tematica delle agroenergie e presentare nuove opportunità di coltivazione.
Dopo i saluti del presidente del Caip, S. Nannetti, dell'Assessorato regionale all'agricoltura, ha aperto i lavori fornendo un quadro delle iniziative promosse sulla tematica delle agroenergie dalla Regione e dell'importanza che esse avranno nell'ambito del nuovo Piano regionale di Sviluppo Agricolo e del Piano Energetico Regionale (L.R. 26/05).
M. Caliceti dell'Università di Bologna ha fornito una visione d'insieme dei possibili impieghi delle biomasse (biogas, biocombustibile, cogenerazione di energia elettrica e calore) e delle colture erbacee e arboree più promettenti per questo tipo di utilizzo.
G. Bassi di Alcoplus ha focalizzato l'attenzione sulla filiera dell'etanolo, spaziando dalle prospettive di sviluppo, alle problematiche della defiscalizzazione, allo studio di fattibilità di riconversione di uno zuccherificio.
A. Frascarelli dell'Università di Perugia ha ripercorso le tappe fondamentali della riforma Pac, informandi i presenti su cosa prevede la stessa per le agroenergie, qual è il piano di azione per le biomasse e le relative misure adottate dalla commissione europea.
Infine, dopo aver affrontato le tematiche riguardanti le caratteristiche tecnico-economiche delle biomasse e i fattori decisivi per la competitività delle stesse, egli ha posto questo quesito: le agroenergie rappresentano una moda o una opportunità concreta?
I conti possono quadrare per le aziende agricole nel caso che diventino (in forma organizzata), anelli decisivi nella fase di realizzazione e qualora le imprese di trasformazione investano nella fase a valle della filiera.
A. Crociani del Crpv dopo alcune considerazioni sullo stato attuale delle conoscenze ha segnalato la necessità di approfondire lo studio per la definizione di contratti a garanzia di rapporti duraturi fra imprese agricole e gli impianti di trasformazione. La filiera va organizzata in 'Distretti agroenergetici' ben definiti in grado di razionalizzare al massimo le varie fasi del processo di coltivazione e garantire un approvvigionamento costante di biomassa.
Le colture agroenergetiche possono rappresentare una possibile opportunità produttiva per le singole imprese agricole, ma soprattutto per le associate, nella misura in cui sussistono le condizioni tecniche, logistiche e territoriali favorevoli al loro sviluppo.
S. Piccinini del Crpa di Reggio-Emilia ha analizzato la situazione degli impianti di biogas in Italia e in Europa e ha rimarcato come la produzione di biogas rappresenti una valida opportunità per le imprese zootecniche. I dati attualmente in suo possesso dimostrano come esistano le condizioni per promuovere sistemi per la produzione di biogas da biomasse di varia natura (scarti di origine zootecnica e agroindustriale, colture dedicate e residui colturali, ecc.).
R. Canestrale del Crpv ha sottolineato come le biomasse siano una fonte energetica rinnovabile caratterizzate da una molteplicità di opzioni energetiche, da un forte radicamento sul territorio e dalla possibilità di un suo utilizzo anche a fini extra-energetici.
C. Cristiani del Caip ha analizzato le proposte del Consorzio per l'impiego di colture destinate a scopo energetico in caldaie per autoconsumo aziendale e per la produzione di biogas. Oltre a ciò, ha informato i presenti sulla disponibilità del Caip a partecipare a progetti di ricerca e sperimentazione di campo per biomasse legnose e erbacee anche in collaborazione con altre strutture presenti nel territorio.
Le conclusioni affidate all'Assessore provinciale di Bologna G. Montera hanno rilevato ancora una volta come sia necessaria la costituzione di forme organizzate di agricoltori per la realizzazione di piccole centrali integrate con il territorio.
Per far fronte agli importanti investimenti necessari per la produzione di energia da fonti rinnovabili è opportuno attivare tutte le misure contenute nel Piano di Sviluppo Rurale della Regione.